Francesco Beretta, nella descrizione della Patria del Friuli edita nel 1753, citò anche Valvasone, giudicandolo un centro «degno di qualche considerazione» e sottolineando che si trattava di un «luogo di passaggio perla Germania».
Proprio la particolare collocazione della cittadina, situata sul guado del fiume Tagliamento lungo quella che per secoli è stata un’asse fondamentale per la viabilità di questa parte d’Europa, ne ha determinato in ampia misura la storia e lo sviluppo.
Un insieme di eventi, questo, che ha dato origine a uno dei luoghi più affascinanti della pianura friulana, meta costante di visite, in cui è possibile ritrovare intatti ambienti e atmosfere medievali e rinascimentali.
L’interesse dei singoli edifici, unito all’armonia di un impianto urbanistico inalterato, rappresenta certamente un’attrattiva di grande richiamo culturale e turistico, cui si associano notevoli eventi e manifestazioni, capaci di valorizzare ulteriormente un borgo considerato – giustamente – tra i più belli d’Italia.
Nella sua storia secolare Valvasone ha attraversato momenti di difficoltà a causa di fatti bellici (si pensi all’assedio turco del 1499, alla battaglia del Tagliamento nel 1797 e alle due Guerre Mondiali), di rivolte (quella del 1511) e di sciagure naturali, cui la comunità ha opposto importanti occasioni d’arte (gli affreschi della chiesa dei Santi Pietro e Paolo e del castello, l’organo del duomo) e di cultura (le opere di Erasmo da Valvason), ponendosi anche al centro di avvenimenti di portata internazionale, come il passaggio di papa Pio VI nella primavera del 1782 (diretto a Vienna per una storica visita) e quello di Napoleone nel 1797. Testo a cura del professor Paolo Pastres,